Se visitate il Marocco vi consiglio di fare tappa in questo paese che è un gioiellino; se poi siete appassionati di foto, non potete assolutamente perderla!
Chefchauen è la città azzurra del Marocco, patrimonio dell’Unesco, considerata sacra ed accessibile ai turisti solamente dopo gli anni 50: un posto incantevole in cui passare 1 o 2 giorni (non di più a mio parere) nel vostro tour del Marocco.
E’ un labirinto di vie, viuzze, piazzette su più strati, tutte da scoprire. Vi perderete, prenderete un the alla menta prima di ricominciare a camminare.
Qualcuno vi offrirà hashih: siamo in pieno Rif, uno dei territori di maggior produzione mondiale di canapa e derivati. Addirittura è possibile trovare delle fattorie dove ti insegnano a produrlo, come si legge su questo articolo di Vice.
Questo elemento fa da richiamo anche per un certo tipo di turismo, in cerca di qualità e purezza nelle droghe. Non vi dirò se ho assaggiato o no la specialità locale.
Tornando alla città, sono interessanti da visitare le zone del mercato, che mi è sembrato molto vivo e reale (forse ero l’unico straniero), i caravanserragli, la fortezza della piazza principale Outa-el-Hammam.
Gli abitanti sono schivi e non sembrano amare troppo il caos che il turismo ha portato in questo angolino; è assolutamente vietato fotografarli, ma sono riuscito a rubare comunque qualche scatto nel mio gironzolare.
Ma perchè è tutta blu?
Il colore è legato ai suoi antichi abitanti ebrei; infatti la storia dice che a Chefchaouen si rifugiarono moresi ed ebrei dopo essere fuggiti dalla Reconquista di Spagna.
Quando, prima della seconda guerra mondiale, il potere crescente di Hitler cominciò a perseguitare il popolo ebreo, molti fuggirono a Chefchaouen; furono queste persone a dipingere la città d’azzurro, colore che nel giudaismo rappresenta il cielo, ricordando a tutti di vivere una vita piena di consapevolezza spirituale.
Ecco il mio fotoreport