Mi trovo a girovagare per 4 giorni nella cittadina balneare friulana, il mio hotel è quasi sulla punta estrema vicino a Punta Faro e devo raggiungere ogni giorno la zona Pineta per motivi di lavoro.
Mi danno una bici, il mezzo che prediligo in assoluto per visitare le città e c’è qualcosa che attira la mia attenzione. Dapprima pare una casualità, ma mi accorgo subito che non mi trovo in un posto comune.
Lignano Sabbiadoro è caratterizzata da un’orribile ma fantastica architettura che inizialmente definisco, scherzando, “post-sovietica” ma poi, documentandomi, scopro che si tratta di un vero e proprio laboratorio stilistico del dopo-guerra, ad opera di alcuni geni che daranno il via ad un modello per le generazioni future.
Ora, io non me ne intendo granchè in questo campo, ma la questione salta all’occhio immediatamente, specialmente se si ha a disposizone un po’ di tempo libero e la voglia di vedere altro oltre la spiaggia.
Questi edifici rotondi, questi palazzoni in stile Cernobyl, le curve dei bagni del litorale non possono essere frutto della casualità; il progetto stesso di Pineta (appare come un’immensa chiocciola ossevandolo con Google Earth) di Marcello D’Olivo, è perfettamente coerente con le sperimentazioni iniziate da Gianni Avon negli anni ’50.
Se siete appassionati d’architettura e volete approfondire, vi rimando a questo articolo che mi ha meravigliato, specialmente per la fotografia in testa, quella del Bar Perla, perchè, senza saperlo, mi sono fermato proprio nello stesso punto per immortalarlo, con i passanti che mi guardavano con l’espressione da “perchè fotografi un bar?”.
Lignano non è bella. Neanche brutta, ma se siete nelle vicinanze, andate a vedere un luogo che, in alcuni momenti, vi riporterà nella fantastica epoca del “boom”.
Ecco la galleria, che contiene anche altri momenti di quotidianità, spero vi piaccia.
Alan the Traveler 